giovedì 28 marzo 2013

Dal rione Monti al Mercato Esquilino all'insegna del gusto



Si può vivere a Roma da quasi nove anni e non essersi mai soffermati a giravagare per il quartiere Monti? La risposta è si può, ma ho deciso di ovviare a questa mancanza proprio ieri mattina e con la mia carissima amica Serena abbiamo preso la Metrò e siamo scese a Cavour. Sono sincera, uscendo dalla metro non avevo grandi aspettative, ma appena ho imboccato la via Urbana, ho avuto un sobbalzo.
Le vie strette, le botteghe artigiane, i negozietti: tutto in questa via sembra conservare le caratteristiche della Roma ottocentesca, tranne purtroppo per le macchine e i motorini parcheggiati selvaggiamente davanti alle vetrine delle botteghe e dei negozi.
La zona, fitta di trattorie, bar e locali vari, gravita sulla piazzetta della Madonna dei Monti, nei pressi dell'omonima chiesa.
Per chi non conosce Roma, Monti è il nome del primo rione della Capitale. Il nome deriva dal fatto che comprendeva il colle Esquilino, il Viminale, parte del Quirinale e del Celio. Oggi il Quirinale, Castro Pretorio e il Celio non gli appartengono più ma il nome è rimasto.
Ai tempi dell’Antica Roma la zona era densamente popolata: la parte alta del rione (dalle Terme di Diocleziano alla Suburra) era costituita da Domus signorili, mentre nella parte bassa e panatanosa, detta Suburra vivevano i plebei e la zona era fitta di bettole e locande malfamate.
Passeggiare per il rione Monti e rendersi conto che nonostante il trascorrere del tempo questo è riuscito a preservare la sua anima popolare e un’identità ben precisa, rivendicata con grossissimi sforzi anche da parte degli artigiani e dei negozianti del posto, che spiccano senza dubbio per il loro buon gusto, non ha prezzo.







Naturalmente accanto alle antiche botteghe artigiane, si sono sviluppate altre attività affidate comunque a giovani intraprendenti ricchi di creatività che all’interno dei negozi hanno trovato spazio anche per i laboratori, dove producono a vista oggetti in legno, in vetro, e molto altro ancora.

























Passeggiando si passa da un negozio all’altro e chiaccherando con i commercianti si scopre quanto si impegnino ogni giorno per riqualificare questa zona ricca di storia e di cultura, ognuno con il proprio lavoro.
E’ molto affascinante camminare districandosi tra viuzze, scalinate e piazzette.
La zona grazie alle nuove aperture e rinnovi dei locali già esistenti è diventata una delle zone a più alta densità gastronomica della Capitale e proprio qui si trova ad esempio “Aromaticus”, in via Urbana 134, una via che mi piace definire la direttrice del gusto monticiana.



















Aromaticus è una realtà interessante. Alla guida ci sono intanto uno chef e una sommelier, Luca De Marco e Francesca Lombardi, amanti delle piante aromatiche. Infatti, il negozio è specializzato in piante aromatiche e accessori per il giardinaggio e offre anche l’opportunità di una cucina a base di frutta ed erbe, carpacci, tartare e insalate aromatiche per un pranzo veloce o un originale aperitivo.
Entrando nel negozio si capisce subito quale sia l’obiettivo dei titolari, ovvero valorizzare e far conoscere a curiosi ed appassionati erbe aromatiche, germogli, crescioni, alghe e fiori eduli, facendo in modo che possano ampliare la propria tavolozza gust’olfattiva con aromi sempre nuovi e particolari.
La mia impressione? Assolutamente positiva.
Entrando, sulla sinistra, una vetrata illuminata esibisce un numero considerevole di piantine verdissime che attirano subito la mia attenzione. Una gentilissima signora ci spiega le caratteristiche di alcune delle piante presenti: aneto, cerfoglio, coriandolo, dragoncello, origano bretone, stevia, erba pepe, timo citriodora, peperoncino habanero, , menta-basilico e molte altre ancora.
Girando per gli scaffali si trovano anche i crescioni, come daikon rosso e verde, mostarda rossa e verde, borragine, thaon, salicornia, rock chives (erba aglina), foglie ostrica, germogli di finocchio, rafano, cavolo rosso, barbabietola, ravanello, tutte pronte per essere coltivate in casa.
Aromaticus infatti offre tutto l’occorrente per coltivare piantine di ogni tipo e perfino un kit per realizzare i formaggi. Il negozio mi è piaciuto per il design molto curato e per gli oggetti esposti davvero deliziosi: da quelli per il giardinaggio, ai sali, pepi, zuccheri e peperoncini provenienti da tutto il mondo.
Come vi dicevo il locale offre anche l’opportunità di degustare dei piatti in uno spazio purtroppo assai ristretto con una scelta interessante di insalate, tartare di fassona, carpacci, baccalà, e quel che passa il mercato del giorno a prezzi che variano dai 6 agli 8€, circa. Anche se lo spazio è poco, tuttavia non si può non apprezzare questa interessante proposta, che gioca su ingredienti freschissimi, alternati secondo le stagioni e la disponibilità del mercato.
Come vi dicevo lungo la via Urbana si trovano negozi artigianali che lavorano materiali di ogni tipo. Davvero interessante ad esempio “Rigadritto”, un negozio dove si disegnano e producono mobili ed accessori per la casa, fatti a mano con materiali naturali ed ecosostenibili. Non vi dico che meraviglia sia stata visitare lo showroom dove lamapade, mobili, arredi vari hanno attirato la mia attenzione, al punto che avrei voluto comprare tutto
Da via Urbana a piedi decidiamo di arrivare fino al mercato di piazza Vittorio, uno dei 120 mercati esistenti a Roma.



Il mercato di piazza Vittorio devo ammetterlo mi ha impressionato. Era la prima volta che lo visitavo e sono rimasta colpita dai colori dei banchi ricchissimi di spezie, verdure, pesci e carni provenienti da diverse parti del mondo. E’ senza dubbio un mercato multietnico dove si può trovare ogni sorta di alimento fresco e non. Hai quasi l’impressione di essere contemporaneamente in Bangladesh, in India, in Thailandia e in molti altri posti ancora.


I venditori sono tutti molto accoglienti e cercano naturalmente di invogliare gli acquirenti a fermarsi ai loro banchi. La mia curiosità ha avuto il sopravvento tanto che insieme alla mia amica non riuscivamo più a smettere di chiedere cosa fosse quel determinato frutto o quell’ortaggio e ci informavamo su come andasse utilizzato in cucina.



I banchi sono tutti molto ordinati e puliti e si trovano al coperto dal 2001 in uno spazio denominato “Nuovo mercato Esquilino”. Potete trovare davvero di tutto: dalla manioca a diversi tipi di patata dolce, zucchine piccolissime e dalle forme improbabili provenienti dalla Thailandia, labanos, ojuco, ampalaya, e poi un’infinità di spezie, risi, legumi di ogni sorta
La storia di questo mercato è molto interessante.








Si tratta intanto di uno dei primi mercati di rivendita nati in maniera spontanea all’aperto fra la fine dell’800 e gli inizi del 900.
La nascita del mercato in questa sede non è casuale: prima di tutto la piazza sorgeva nei pressi della Stazione Centrale ed era adiacente ai nuovi mercati generali, inaugurati a Viale Manzoni nel 1902.
Il mercato nasce e si sviluppa nei primi anni del '900 e questa libera iniziativa dei commercianti ebbe successo e riuscì a resistere a diversi tentativi di smantellamento. Anzi, visto che continuava ad ingrandirsi, si pose la necessità di una sistemazione adeguata che avvenne nel 1913.
Così il mercato di piazza Vittorio prosperò all'aperto nelle ore mattutine, in mezzo alla piazza, da dove spariva velocemente attorno alle 14.30 circa.
Anche durante il fascismo il mercato continuò ad operare e grazie al suo richiamo ed alla sua notorietà presso i romani, vi fu istituita la "Festa dell'uva", che voleva celebrare i prodotti laziali ed esaltare le virtù dei legami con la terra.
Anche durante la guerra il mercato riesce a resistere e nel dopoguerra le amministrazioni comunali cominciano a pensare ad un mercato al coperto e ad un possibile trasferimento in una sede più consona sia per il numero elevato di commercianti sia per recuperare la piazza stessa ed il verde.
Tuttavia rimarrà tutto fermo fino al 15 settembre 2001, giorno in cui le saracinesche dei banchi del mercato di piazza Vittorio si alzarono sulla piazza per l'ultima volta.
Nel 1993 nasce Co.Ri.Me. una cooperativa che raggruppava e raggruppa tutti i rivenditori del mercato di piazza Vittorio e che nacque per portare a termine il trasferimento del mercato da piazza Vittorio ai locali dell'ex Caserma Sani.
Gli iniziali dubbi vennero sostituiti dalla possibilità di valorizzare, insieme all'amministrazione, una realtà commerciale storica con un fortissimo impatto e funzione sociale: nasce così il Nuovo Mercato Esquilino che porta con se le radici e la storia del vecchio mercato di piazza Vittoria, coniugando oggi tradizione e modernità

7 commenti:

  1. ciao Roberta
    ti ringrazio per questo bellissimo reportage e per le notizie interessanti di uno dei rioni più belli della capitale e che io ho nel cuore!!
    baci

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  2. Grazie a te Annaferna. E' sicuramente un rione che ti colpisce e ti lascia qualcosa di bello nel cuore. Un abbraccio

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  3. io andrò a roma a fine mese prossimo e spero di riuscire a vedere questi posti meravigliosi..grazie per queste splendide foto :)

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  4. bel reportage, Aromaticus lo conosco anche io, per il resto mi hai dato degli spunti su cui pensare, buona Pasqua, un abbraccio SILVIA

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  5. Grazie per avermi permesso di fare una passeggiata per un quartiere di Roma anche a me sconosciuto... sarà che vivo ad Albano.... bisogna fare come hai fatto tu... prendere e partire! Grazie, brava!:-)

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  6. Grazie a tutte voi ragazze per i commenti. Mi fa piacere essere in qualche modo utile con i miei racconti. Un abbraccio a tutte

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