domenica 24 aprile 2011

Cosa sarebbe la Pasqua a Roma senza la colazione pasquale?


Cari amici, anche quest’anno ho trascorso la Pasqua a casa dei miei suoceri, dove è di rito una tradizione che a me piace molto. Si tratta della colazione Pasquale. Ci si riunisce al mattino attorno a una tavola imbandita di tutto ciò che fa parte dell’antica tradizione romana: Pizza pasquale detta anche pizza ricresciuta, salame “corallina”, ova toste (ovvero le  uova sode) in primis.
Un tempo le massaie, il venerdì Santo, erano solite preparare le pizze pasquali in modo che il giorno dopo, il prete che passava a benedire le case, le trovasse pronte.
Una volta terminata la benedizione, tutta la famiglia era pronta davanti alla tavola per la classica colazione di Pasqua, una tradizione che ancor oggi è viva in molte famiglie romane. Sulla tavola, in questa lieta occasione, fanno bella mostra squaglio di cioccolata, pizza ricresciuta, salame corallino e uova sode.
Quanto al pranzo, il menu prevederebbe in genere brodetto pasquale, fettuccine all’uovo con sugo di umido e parmigiano grattugiato; umido con carciofi o funghi trifolati; carne del brodetto pasquale con contorno di cicoria ripassata in padella e con aglio, olio e peperoncino; capretto arrosto con patate; abbacchio brodettato; coratella d’abbacchio con carciofi; puntarelle in salsa di alici; pizza ricresciuta o zuppa inglese. Infine, frutta fresca di stagione, caffè con lo schizzo, digestivi e liquori.
Questo è quello che prevederebbe la tradizione. In verità dopo aver fatto una colazione così ricca abbiamo optato per qualcosa di più leggero e abbiamo concluso il pranzo con limoncello e pastiera napoletana che ho preparato con le mie manine, mischiando così lo stile romano con quello partenopeo.
Vi chiederete: ma chi rispetta la tradizione cosa fa dei resti del pranzo? Normalmente, l’indomani, giorno di pasquetta, i resti del pranzo vengono infagottati con cura e consumati nella tradizionale
gita all’aria aperta, in campagna o solitamente in pineta, vicino al mare di Ostia, dove io per altro vivo.
Ancora buona Pasqua a tutti voi

7 commenti:

  1. E' una delle poche tradizioni che sono sopravvissute qui a Roma. Purtroppo, sta andando a perdersi anche questa perché siamo in pochissimi a mantenerla viva. Di tutti quelli che conosco, davvero in pochi la fanno.

    RispondiElimina
  2. Ciao Roberta, ma che brava che sei stata a preparare questa pastiera per la prima volta. Anche io ti confesso di non averla mai preparata, però mangiata sì eccome! Ho visto che tua suocera ti ha preparato proprio una bella colazione di Pasqua! io in effetti come romana sono un po' atipica...perchè come hai visto nel mio post noi siamo abituati a festeggiare la Pasqua 'fuori' ...ma mi fai venir voglia di riprendere quell'abitudine di fare la colazione pasquale! In ogni caso mi sono rifatta oggi con una bella 'colazione' di Pasquetta! Allora ti seguo così non ci perdiamo di vista!

    RispondiElimina
  3. Ciao Acky, mi fa molto piacere che sei passata e che ti sia quasi venuta voglia di riprendere questa tradizione. Io la trovo molto carina e riunisce tutta la famiglia attorno a una tavola festosa. Mi piace molto e in generale mi piacciono le tradizioni di ogni luogo. Un salutone e a presto

    RispondiElimina
  4. Forse per mantenere in vita questo tipo di tradizioni se ne dovrebbe parlare di più nelle famiglie, in modo che anche le giovani generazioni possano apprezzarla e tramandarla nel tempo. Sembra un discorso da persona di una certa età, però è anche vero che solo ad un certo punto della vita si capisce quanto contino certe cose e allora abbiamo il dovere di preservarle e di farle amare

    RispondiElimina
  5. Sono d'accordo.... MIO figlio si sorbetterà queste colazioni pasquali e tutte le altre tradizioni a cui teniamo parecchio per molti molti anni, spero ;o)

    RispondiElimina